Cosa si intende per benessere organizzativo
Il concetto di benessere organizzativo, seppur riferito a una dimensione di tipo professionale, deve essere analizzato e compreso assumendo un punto di vista olistico. Significa considerare da un lato l’essere umano nella sua interezza, dall’altro le dinamiche di interconnessione tra le diverse dimensioni che caratterizzano la sua quotidianità.
Il “benessere olistico” si basa su un presupposto fondamentale: lo stato psichico, emotivo e fisico della persona in una certa area della vita, può influire positivamente o negativamente su tutte le altre.
Ecco perché il tema del corporate wellbeing chiede, oggi, di lavorare su un concetto di benessere più ampio. Al centro del dibattito, vi è una nuova concezione dell’individuo, ma anche dell’organizzazione, entrambi considerati nella loro totalità, costituita da parti interconnesse e in rapporto tra loro.
Ogni parte del sistema ha effetti sul sistema nella sua totalità, e viceversa.
In linea con questa visione, il welfare sconfina nel wellbeing e, come afferma Il Sole 24 Ore, sempre più aziende (77,5%) iniziano a investire su iniziative che favoriscano il benessere organizzativo nella sua totalità. Promozione della sana alimentazione nelle mense aziendali e dell’attività fisica, accesso a programmi di supporto psicologico, formazione su temi legati a emozioni e gestione dello stress, accesso all’assistenza sanitaria integrativa: il wellbeing organizzativo è ormai un pilastro fondamentale per la gestione del rapporto azienda e persona.
Vediamo più da vicino quali sono le dimensioni del benessere organizzativo e come fare per sostenerlo.
Le dimensioni del benessere in azienda
1. Benessere fisico del dipendente
La prima dimensione del benessere è quella fisica. Per promuovere la salute dei collaboratori, l’azienda può avvalersi di diverse azioni:
- offrire la possibilità di svolgere esercizio fisico attraverso programmi di fitness, corsi di stretching e yoga per ridurre la tensione muscolare e favorire il rilassamento fisico e mentale;
- creare spazi di lavoro confortevoli che limitino l’insorgenza di problematiche muscolo-scheletrico legate all’ambiente di lavoro, e promuovere momenti di pausa attiva nel corso della giornata lavorativa;
- incentivare il mantenimento di una dieta sana offrendo la possibilità di consumare cibo nutriente, sia in mensa che alle macchinette;
- fornire la possibilità di assistenza medico-sanitaria integrativa attraverso la stipula di convenzioni con strutture sanitarie e assicurando un rimborso delle spese mediche sostenute.
2. Benessere mentale ed emotivo in azienda
Il benessere mentale ed emotivo è un aspetto strategico della cultura organizzativa. Seppur lo stato psichico dell’individuo sia influenzato da molteplici variabili, non sempre strettamente legate al lavoro, è importante che l’azienda si assuma la responsabilità di contribuire positivamente all’equilibrio emotivo dei propri dipendenti.
Tra le azioni che contribuiscono significativamente al benessere mentale ed emotivo troviamo:
- la possibilità per la persona di usufruire di un supporto psicologico per la gestione di problemi legati alla sfera personale e/o professionale;
- programmi di gestione dello stress e di supporto alla routine lavorativa per ridurre l’insorgenza di situazioni di burnout ed esaurimento emotivo;
- promozione di un ambiente di lavoro flessibile, capace di favorire la dimensione del work-life balance e incentivare il riposo;
- iniziative di formazione su temi specifici, quali: intelligenza emotiva, modalità di gestione dell’emozione, tecniche di rilassamento, ecc.
3. Benessere sociale e relazionale tra colleghi
Come precedentemente detto, l’organizzazione rappresenta un sistema di parti interconnesse e capaci di esercitare una reciproca influenza.
Il benessere dell’individuo, quindi, passa anche attraverso la dimensione di socialità che prende vita nelle relazioni che si instaurano all’interno dell’ambiente di lavoro.
Favorire relazioni sociali positive può contribuire a migliorare l’efficienza, la produttività e la soddisfazione dei dipendenti. Per farlo, le aziende hanno la possibilità di:
- creare un ambiente inclusivo attraverso l’adozione di politiche per la DEI (diversity, equity and inclusion);
- favorire il senso di comunità e condivisione tramite la promozione di attività di team building, di una comunicazione trasparente e della cultura del feedback, per costruire relazioni positive e gestire efficacemente i conflitti.
Il benessere organizzativo è un processo dinamico che prende in considerazione diverse dimensioni, e che comprendere tutte le persone in azienda. La responsabilità del wellbeing aziendale non è quindi solo affidata a manager ed HR, bensì coinvolge l’intera organizzazione. Da una parte, l’azienda ha il compito di promuovere iniziative in linea con il tema del wellbeing, dall’altra i lavoratori e i manager devono mostrarsi propositivi nel favorire le condizioni necessarie affinché queste iniziative finalizzate al benessere possano essere realizzate.
In generale, i programmi di wellbeing aziendale migliorano la produttività, rendono le persone più serene, aumentano l’employer branding e l’appetibilità dell’azienda. È quindi essenziale dedicare la massima attenzione al benessere dei propri dipendenti e attuare politiche di corporate wellbeing considerandole un vantaggio tanto per l’azienda quanto per i lavoratori.