Nel 2019, una ricerca pubblicata da Deloitte ha riferito che “le professioni ad alta intensità di soft skill rappresenteranno i due terzi di tutti i posti di lavoro entro il 2030”, e che l’assunzione di dipendenti con più competenze trasversali potrebbe aumentare i profitti delle aziende di oltre 85.000 euro.
Puntare sulla crescita strategica del personale diviene quindi una delle azioni principali attraverso cui rilanciare le aziende e favorire il loro sviluppo.
In questo senso, incentivare la crescita personale dei dipendenti significa anche favorire lo sviluppo di un team forte, cooperativo e produttivo. Perché la crescita aziendale riguarda principalmente la crescita delle persone.
La gestione strategica delle risorse umane
Il termine gestione strategica delle risorse umane è stato progettato per evidenziare l’importanza delle competenze trasversali e delle attitudini comportamentali nello sviluppo del business, non meno importanti delle competenze “hard”.
Per questo, le aziende che comprendono l’importanza delle risorse umane per incrementare il business e guadagnare vantaggi competitivi hanno il compito di elaborare percorsi formativi, volti a colmare il gap tra competenze disponibili e necessarie per affrontare le sfide attuali.
Ogni organizzazione deve mettere le persone nella condizione di intraprendere percorsi di skilling, reskilling o upskilling, utili ad aggiornarsi e offrire a sé e all’azienda nuove possibilità di crescita.
Per fare ciò, il primo step che ogni organizzazione deve affrontare è la mappatura delle competenze attuali mediante assessment qualitativi sulle persone, attraverso cui identificare hard e soft skill presenti. Successivamente, il match rispetto alle esigenze dell’azienda, permette di stabilire i gap e le modalità per ridurli.
Sarà poi indispensabile predisporre percorsi formativi adeguati, in azienda o mediante una modalità e-learning, utile a garantire massima flessibilità, maggior coinvolgimento attivo del dipendente e un’ottimizzazione importante dei costi aziendali.
Soft skill e attitudini comportamentali: perché sono così importanti?
Le soft skills sono le abilità e i comportamenti individuali, riconducibili ai tratti della personalità, che ognuno di noi utilizza per affrontare le situazioni lavorative, interagire con le persone, risolvere i problemi. Sono abilità non tecniche che riguardano il modo in cui la persona lavora.
L’attitudine comportamentale, invece, indica un’inclinazione o una predisposizione, una capacità potenziale di svolgere determinate attività che si manifesta solo in presenza delle giuste condizioni esterne (contesto + relazioni) e condizioni interne (motivazionali).
Vien da sé l’esigenza di predisporre un ambiente lavorativo capace di incentivare la crescita del personale su aspetti che non siano strettamente legati al ruolo in azienda e alle competenze tecniche.
Attitudini e soft skill comprendono, infatti, un insieme di capacità specifiche e inclinazioni necessarie per affrontare il lavoro, e possono essere applicate trasversalmente in tutti i settori, indipendentemente dal ruolo ricoperto in azienda.
Già a partire dalle modalità di ricerca e selezione del personale aziendale, competenze trasversali e attitudini comportamentali sono diventate fattori di successo cruciali, proprio per la loro caratteristica di elemento di differenziazione sia per i candidati che per le imprese.
Affidabilità, capacità di relazione, collaborazione e adattabilità di chi lavora in azienda, portano le organizzazioni stesse verso il cambiamento culturale e operativo. Tutto ciò rende i business versatili e competitivi nel mercato moderno.
Favorire la crescita personale in azienda
Le soft skill e le competenze trasversali possono essere rispettivamente sviluppate e allenate. E questa possibilità dipende inevitabilmente dal contesto in cui la persona vive, opera, si muove, capace di favorire il processo o di ostacolarlo.
Per ambiente s’intende la somma di contesto e relazioni. Per questo, un contesto lavorativo particolarmente rigido e l’esistenza di relazioni disfunzionali all’interno dell’ambiente in questione, limitano la crescita del dipendente.
Ecco perché, anche in ambito aziendale, vale sempre la pena chiedersi e interrogarsi su che tipo di ambiente si è creato e se questo sia funzionale o meno all’evoluzione di chi vi opera.
Soprattutto le attitudini, in mancanza di una possibilità pratica di espressione, se non ascoltate o coltivate, possono rimanere latenti per tutta la vita.
Ecco perché, se gli obiettivi in ambito lavorativo sono in sintonia con le attitudini del dipendente, sarà più facile per lui raggiungerli, con conseguenti effetti positivi per l’azienda stessa.
Inoltre, sostenere uno sviluppo di attitudini e competenze allineate con la persona, avrà come effetto diretto la tendenza a stabilire progressivamente mete sempre più ambiziose. I collaboratori si sentiranno più preparati per raggiungerle, grazie a un maggior senso di autoefficacia, e più allineati con la visione aziendale.
Lavorare nella direzione dello sviluppo delle potenzialità intrinseche della persona, porta il singolo o il gruppo a fare scelte autodeterminate e responsabili nella direzione di un maggior benessere e una maggiore efficienza ed efficacia.
Quando parliamo di crescita personale non possiamo fermarci alla formazione d’aula, perché le competenze soft hanno bisogno di essere messe in pratica nel contesto aziendale e di essere sperimentate. Per incentivare i collaboratori a migliorare come persone e poi come lavoratori è fondamentale il valore dell’esperienza, anche in contesti specifici o di fronte a problemi sempre più complessi.
Tutto parte dalla consapevolezza e dalla motivazione. Ecco perché, nel processo di crescita personale, il ruolo dell’individuo è strategico per promuovere azioni efficaci. Non deve però mancare il sostegno della cultura aziendale, che ha il compito di promuovere una crescita del dipendente che non riguardi solo le competenze strettamente legate al lavoro.
Per questa ragione, ad esempio, dopo un’attività di assessment si potrebbe ipotizzare un percorso di formazione e di coaching, cruciale per lavorare sui punti di miglioramento dei componenti dell’impresa.
In questo modo, sarà possibile:
- indagare sul modo in cui la persona reagisce o si comporta di fronte a particolari eventi, imprevisti, a delle situazioni difficili, ma anche come comunica e come si relaziona con gli altri.
- fornire feedback di miglioramento costanti e basati sull’evidenza, per rafforzare i comportamenti positivi e la motivazione dei dipendenti all’acquisizione di determinate skill;
- pianificare dei corsi focalizzati sulle competenze trasversali e iniziative finalizzate a incentivare la collaborazione tra i colleghi: dagli incontri informali al vero e proprio team building.
Mettersi in gioco, rompere gli schemi, testare esperienze nuove stimolano nelle persone la riflessione introspettiva. Questo permette di cogliere sfumature e tratti di personalità capaci di evolversi in una migliore gestione della vita, favorendo la maturazione personale e la crescita professionale attraverso un’evoluzione nella conoscenza e nel modo di pensare.